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Cenere e caffè 50x60 - olio su tela, 1976-85

Su di una superficie orizzontale sono segni e strisce di cenere, fondi di caffè, orme di posacenere e tazzine. È una pausa domestica, un appuntamento, sono due chiacchiere ed un rendez-vous di rosso e nero che si affacciano e conversano in sintonia, pur non annullandosi. In questa dialettica cromatica e appassionata, l’ancoramento descrittivo ed imitativo viene a moderarsi in favore di una narrazione sintetica, nella quale si lascia larghezza ad una descrizione intensa. Pennellate rapide, curve e circolari si accompagnano a masse di colore distese lungo due fronti, solo apparentemente scomposti e restituiscono riflessi di una gestualità, non mai veramente casuale. Morago ha scelto di recidere le maglie dell’aneddotica figurale per immergersi totalmente nelle potenzialità del colore e dei suoi innumerevoli rivoli semantici. E ravvisiamo appena la spaginazione dell’immagine tipica dell’Informale così come non si constata la progettualità lucida dell’astrattismo concreto o l’eccessiva reverenza espressionistica all’azione. Possiamo, piuttosto, apprezzare una vena riflessiva, che lo avvicina alla corrente meditativa della Scuola di New York nell’indagine di quei valori pittorici che assoluti “sono in grado di dare espressione alle fondamentali sensazioni umane”(M. Rothko).

Mauro Fantinato

Ultima modifica: giovedì, 22 giugno 2023

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