Graziato del silenzio 50x50 - olio su tela, 2007
Cosa significa per Morago la parola “silenzio”? È un momento di pacificazione dal tumulto interiore, costituisce il luogo di quiete sopra la sofferta condizione esistenziale, l’attimo di serena soluzione al dissidio: lo stato di grazia, infine, che l’arte sola è in grado di reificare. Per l’istante “infinito” provato e prima che l’angoscia intrinseca nuovamente riprenda a turbare gli equilibri dall’artista conquistati con sacrificio. Nell’opera sotto indagine questa dinamica drammatica viene cartografata. La sua anima in travaglio, il suo difficile spirito, la dialettica dell’ “esserci” nella contemporaneità ricadono in una narrazione tormentata, dove lo stesso linguaggio supera la sua funzione strumentale per attuare esso stesso rappresentazione: l’orizzonte ceruleo, infatti, se voltato in verticale ottiene un profilo femminile dai lunghi capelli e con le braccia offerenti. I colori azzurro-bianco-grigio-arancione, ognuno cogliendo la propria logica semantica nella relazione con gli altri, strutturano un complesso significante in ricorso ai segni del registro inferiore dalla grafia originaria, primitiva o dell’infante e che figurano circoscrivere un trono monolite. Così da interessare, quindi, anche la dimensione della storia umana, alla cui origine -e fino all’ hic et nunc presente- l’uomo contemporaneo offre l’animo per scoprirsi e scoprire il suo significato primo. Attraverso il dono dell’arte.
Mauro Fantinato