L'ultima cometa 50x50 - olio su tela, 1993-95
In quest’opera ricopre un ruolo di straordinaria rilevanza il bianco: limite all’espansione del nero, da una parte rende intelligibili e decifrabili gli elementi portanti del tema e dall’altra li ambienta in una scenografia gravida di senso ultraterreno e religioso. Se ad una prima veloce lettura ci pare campeggiare al centro una struttura sommariamente cruciforme, dopo una più approfondita analisi, invece, si svela la sintesi fenomenica di un arcangelo. Le grandi ali su quello che ritenevamo il braccio destro, la testa coincidente alla macchia blu sul braccio superiore e le mani giunte nel ridotto braccio sinistro ed, infine, al piede della croce le ginocchia e il prolungamento degli arti fino ai piedi. Le screziature centrali, allora, corrispondono al panneggio delle vesti. Di fronte, un rettangolo verticale e nero su fondo blu è sormontato da una macchia apicale, quasi una testa con velo o capelli sospesi al vento e, lungo il lato destro, fuoriesce una chiazza nera digradante verso il basso: ecco il senso dell’ultima cometa! Ecco, una traduzione contemporanea del tema, così fondamentale nella storia dell’arte, dell’Annunciazione! A sostenerci in questa lettura interviene anche l’accostamento con il quadro dello stesso anno intitolato “Edicola / L’angelo (S. Giorgio in Brancoli)” in cui di nuovo si osserva un’analoga impostazione degli elementi con il bianco ad agire come aurea atmosferica, dato che sfonda la piattezza della superficie e ammanta l’evento di una dimensione atemporale eppure intima e presente.
Mauro Fantinato