Nella furia di un'acqua nera 60x60 - olio su tela, 2000
Con gli anni 2000 il colore bianco interviene come nuovo co-protagonista dello sviluppo della moraghiana poetica cromatica. E qui lo si coglie impegnato in una galleggiante relazione con il nero: dove il nero assume in sé tutta la gamma cromatica cancellandola, il bianco, essendo sintesi, nell’assenza la conferma. È come se nel bianco si attestasse l’assenza dei colori, quando nel nero invece quella viene inghiottita per sempre. In verità, in questo specifico caso, i due colori si compenetrano, s’intrecciano, si uniscono, si abbracciano in una danza liquida e fisica, secondo un ritmo dinamico di forze che non si prevalgono l’una sull’altra. Così trattato, l’atto stesso della mescolanza gioca tra la nera sagoma antropomorfizzata e quella bianca evanescente, dimodoché venga raggiunta una profondità spaziale e atmosferica, nel cui intervallo alcune architetture urbane si profilano e si alternano a spunti paesaggistici. Dal sapore autobiografico e memorialistico, i suddetti elementi sono originati dal gesto rapido ma sicuro del pittore, le cui mani con poche cromie poetano un incantamento, sospeso in un vortice passionale che scatena ricordi riservati. Una poesia: uno spazio fisico che si scioglie nel tempo liquido.
Mauro Fantinato