Shibuya (Tokyo) 60x70 - olio su tela, 2003-04
L’interesse di Morago per il mondo orientale -Giappone soprattutto- è noto. Nasce da rapporti amichevoli, come ad esempio quello con l’ambasciatore cinese in Italia e si sviluppa sul campo quando vi si reca e da turista e per motivazioni professionali: espone all’Istituto di cultura italiana di Tokyo e all’Expo Universale ad Aichi nel 2005. Tali esperienze fondano un universo culturale di cui egli subisce il fascino che, scevro da comodi e prevedibili esotismi, si formalizza in Haiku pittorici davvero coinvolgenti. L’opera “Shibuya” (Tokyo) ne costituisce un ottimo esempio dato che, similmente alla poesia, qui si possono cogliere le caratteristiche di sintesi e suggestione atmosferica, il senso del luogo (kigo) dentro un evento, l’armonia dei particolari ed, infine, la riflessione saggia sull’uomo. A Shibuya, vivace quartiere commerciale allargatosi attorno alla stazione, insistono numerosissimi edifici dall’architettura moderna che paiono essere incarnati nei rettangoli neri e rossi. Una nebulosa bianca e grigia sullo sfondo li avvolge e lascia intravvedere in lontananza i profili triangolari di pagode o monti sacri, da cui ascendono i sensi della via spirituale. Ma è nella figura centrale che si concentra la maggior intensità poetica. Una sagoma femminile in kimono con borsa al fianco, forse reale e forse simbolo, attende sul gate della modernità…“In questo mondo anche la vita di una farfalla è frenetica.”(Issa)
Mauro Fantinato